Si apprezza moltissimo, per esempio, il lavoro svolto con Riccardo Zanellato, che nel ruolo eponimo ci offre la sua migliore interpretazione, a nostra memoria. La scelta dei tempi, lo stacco di alcune frasi cruciali gli giovano in modo particolare, la tessitura non gli pone problemi, la voce è ben a fuoco in tutti i registri, l'articolazione chiara, giusti il piglio e l'espansione. Il timbro stesso del basso veneto contribuisce a delineare un uomo d'azione dal rigoroso codice morale ben inquadrato per gusto e stile. Il contrasto complementare con Ezio, politico più sofisticato, ma anche eticamente elastico e opportunista come pochi, è molto ben risolto bilanciando schiettezza dell'uno e cinismo dell'altro.
Roberta Pedrotti - Apemusicale.it - 24 Gennaio 2016
Iniziando dal protagonista, il basso Riccardo Zanellato, praticamente al debutto di ruolo poiché era stato precedentemente “flagello di Dio” solo per un’esibizione in forma di concerto risalente a parecchio tempo fa, che ha siglato una prova davvero maiuscola. La sua vocalità ampia, timbrata e imponente, senza scadere mai nella platealità o peggio nel grido, ben si sposa con la concezione del direttore Mariotti, direttamente responsabile della scelta anche del cast “alternativo”. L’immagine si staglia con vigore e con un’intenzione interpretativa che sottolinea la grandezza di questo personaggio “solo” nella sua potenza, non che lo siano meno Boccanegra e Filippo II di là da venire. A suo agio nell’aperto cantabile, di cui il “sogno” rimane il momento di maggior espressività, quanto nel canto di agilità risolto con sufficiente scioltezza. Una bellissima prova coronata da frequenti applausi a scena aperta e dall’ovazione alla ribalta finale.
Andrea Merli - Impiccione Viaggiatore - 24 Gennaio 2016
Zanellato, chiamato ad intervenire in uno dei passaggi più complessi e delicati dell’opera, il racconto del sogno, appare da subito padrone del ruolo. La figura del cantante ha un appeal scenico consono ad Attila, tanto per accuratezza del gesto, quanto per efficacia espressiva. Non da meno la prestazione canora che rivela attenzione al fraseggio, omogeneità in tutta la gamma e personale aderenza ai valori con i quali Verdi definì l’unno.
Francesco Bertini - Fermataspettacolo.it - 26 febbraio 2016
[…] Il bravo Riccardo Zanellato, reduce dalla recita della sera prima, che ha raccolto un successo meritatissimo per la rispondenza al ruolo, vuoi per l’autorità vocale, sonora e vibrante, vuoi per la restituzione di un protagonista non negativo ad oltranza, ma umanamente sconfitto, come per l’appunto è Attila.
Davide Annachini - Delteatro.it - 2 Febbraio 2016